#2 Bias dello Status Quo. L'illusione della perfezione

bias cognitivi bias nutrition Nov 12, 2025

πŸ”’ "Ho sempre fatto così e funziona" - Sei sicuro? Questo articolo svela come il Bias dello Status Quo ti tiene ancorato a routine nutrizionali che non ottimizzi da anni, solo perché "cambiare fa paura". Scoprirai perché le tue performance sono stabili ma non migliorano, come l'Avversione alla Perdita amplifica questa trappola, e la strategia pratica per costruire flessibilità senza perdere sicurezza. Il caso di Elena: stessa colazione da 4 anni, zero miglioramenti fino al cambio di approccio.

 

 

La tua routine nutrizionale è una Fortezza o una Prigione?

 

La Colazione che non cambia mai

Sono le 6:30 del mattino. Ti alzi, vai in cucina. Sai già cosa farai perché lo fai da quattro anni.
Ottanta grammi di avena. Una banana. Due cucchiai di burro di mandorle. Caffè nero.
Sempre. Stessa ciotola, stessa quantità, stessa ora.
Non importa se oggi hai un allenamento di recupero o una gara. Non importa se è inverno o estate. Non importa se sei in fase di carico o scarico.

La routine non cambia. Mai.

Un giorno un amico nutrizionista ti chiede: "Hai mai provato a variare in base al tipo di allenamento?"
La tua risposta all'istante è: "Ma io ho sempre fatto così e funziona. Perché dovrei cambiare?"
Lui sorride. "Funziona davvero? O semplicemente ti sei abituato?"

Ti guardi indietro. Le tue performance sono stabili da tre anni. Non peggiorano, ma nemmeno migliorano. Sempre lì. Come la tua colazione.

Benvenuto nel Bias dello Status Quo. La trappola che trasforma la tua sicurezza in gabbia.

 

Quando il pilota automatico diventa una prigione

Il Bias dello Status Quo è la tendenza del cervello a preferire che le cose rimangano esattamente come sono. Non perché è meglio. Semplicemente perché è così.
Cambiare richiede energia mentale. Cambiare comporta incertezza. E il tuo pilota automatico odia l'incertezza.
Nella savana, la routine ti salvava la vita: sapevi dove trovare acqua, quali frutti erano sicuri. La prevedibilità era sopravvivenza.
Ma oggi? Oggi sei un atleta che vuole migliorare. E il miglioramento richiede cambiamento. Richiede adattamento.
Eppure il cervello sussurra: "Hai sempre fatto così. Ha sempre funzionato. Perché rischiare?"

 

L'Avversione alla perdita: Il moltiplicatore di paura

C'è un secondo bias che amplifica tutto: l'Avversione alla Perdita. 😱

Molti studi di psicologia dimostrano che le perdite pesano psicologicamente il doppio dei guadagni. Se ti do 100€ provi un certo livello di felicità. Se ti tolgo 100€, provi il doppio dell'infelicità.
Nel contesto nutrizionale, questo diventa paralizzante.

Cosa vedi quando pensi di cambiare?

Non l'opportunità di migliorare. Vedi il rischio di peggiorare.
Non la possibilità di ottimizzare. Vedi la paura di perdere ciò che hai.
Non la crescita. Vedi il pericolo.

Il tuo cervello calcola velocissimo:

πŸ€” "E se cambio e va male?"
πŸ€” "La mia routine mi dà sicurezza"
πŸ€” "Ho passato anni a costruire questo sistema"

Risultato? Rimani fermo. πŸ₯Ά Anche quando il mondo cambia. Anche quando la tua fisiologia cambia. Anche quando i tuoi obiettivi cambiano.

 

I due volti della rigidità

Andrea - Il Replicante (44 anni, maratoneta) πŸƒ‍♂️

Stessa strategia pre-gara da 12 anni. Pasta la sera prima, toast con marmellata due ore prima, gel ogni 5 km. Per tutto: gare da 10k, maratone, allenamenti facili, lunghi duri.
"Ha senso mangiare lo stesso per un'ora facile e per tre ore di lungo? ...ma ho sempre fatto così."
Le sue performance? Stabili da 4 anni. Zero miglioramenti. "Stabile" non significa "ottimale". Significa solo che il corpo si è adattato a una routine che funziona "abbastanza bene", ma non raggiunge mai il massimo potenziale.
Quando abbiamo iniziato a periodizzare la sua nutrizione in base alle fasi di allenamento, in 12 settimane ha migliorato il personale di 6 minuti sulla maratona. Dopo quattro anni di stallo.
Il suo commento: "Pensavo che cambiare fosse rischioso. Non cambiare era il vero rischio."

Francesca - La Rigida (36 anni, triatleta) 🚴‍♀️

Colazione alle 7:00. Spuntino alle 10:00. Pranzo alle 13:00. Sempre. Se un allenamento slitta e dovrebbe mangiare alle 19:45 invece che 19:30, va in ansia.
In viaggio? Salta i pasti se non trova gli alimenti "sicuri". Esce con amici? Mangia prima a casa per non rischiare.
Vita sociale compromessa. Trasferte fonte di stress. Ma Francesca pensa di avere il controllo. In realtà, è il controllo ad avere lei. La sua routine è diventata una prigione con sbarre invisibili.
Quando le ho chiesto: "Cosa succederebbe se un giorno mangiassi alle 20:00 invece che alle 19:30?"
"Non lo so. Ho paura. Potrei non recuperare bene... Perché rischiare?"
Quella paura, mai verificata, la tiene bloccata. Testando invece piccole variazioni in allenamenti non importanti... nessun problema! Anzi, maggiore libertà mentale che ha migliorato la sua gestione dello stress pre-gara.

  

La Scienza del cambiamento strategico

La periodizzazione Nutrizionale (variare l'approccio in base agli obiettivi) è superiore all'approccio statico sempre uguale.

Perché? Perché il corpo si adatta. Perché gli obiettivi cambiano. Perché fase di preparazione ≠ fase gara ≠ recupero.

Ma il tuo pilota automatico preferisce la certezza alla crescita.

 

Come costruire Flessibilità senza perdere Sicurezza?

La chiave non è buttare tutto alle ortiche e improvvisare. È costruire una flessibilità strutturata, dove hai linee guida chiare ma non rigidità paralizzante.

Pensa alla differenza tra principi e protocolli. I principi sono le fondamenta, non cambiano: hai bisogno di energia adeguata per allenarti, proteine per recuperare, idratazione costante, timing strategico dei nutrienti. Questi sono i pilastri. πŸ›οΈ

I protocolli, invece, sono le applicazioni concrete: quali alimenti specifici mangi, a che ora precisa, in che quantità esatta, da quali fonti. E questi possono e devono variare. 🎯

Per esempio, il principio è "carboidrati adeguati per l'allenamento". Il protocollo può essere avena la mattina prima di un lungo, o riso a pranzo prima di ripetute serali, o patate dolci il giorno prima della gara. Stesso principio, protocolli diversi adattati al contesto.

Quando vuoi testare qualcosa di nuovo, non farlo mai in una situazione critica. Costruisci una scala di rischio progressiva. Prova nuove strategie prima negli allenamenti di recupero, dove se qualcosa non va bene l'impatto è minimo. Se funziona, passa agli allenamenti base. Solo dopo averle testate più volte, introducile negli allenamenti chiave. E mai, mai sperimentare in gara qualcosa che non hai provato almeno tre volte in allenamento.

Un'altra strategia potente è costruire piani alternativi invece di avere un solo piano rigido. Per una maratona, ad esempio, puoi avere il tuo piano ideale con 60 grammi di carboidrati all'ora da gel e drink, ma anche un piano B se hai problemi di stomaco (45 grammi con gel più diluiti), e un piano C di emergenza se le cose vanno davvero male (30 grammi solo da liquidi). Così hai struttura, ma anche adattabilità.

La vera sicurezza non viene dal fare sempre la stessa cosa. Viene dal sapere che hai opzioni, che le hai testate, e che puoi adattarti quando serve.

 

Sei nella trappola se...

❌ Mangi gli stessi alimenti da più di 2 anni
❌ Ti senti ansioso all'idea di cambiare strategia
❌ Non hai mai testato alternative alla tua routine
❌ Eviti situazioni dove non puoi controllare il cibo
❌ Le tue performance sono "stabili" da anni (non migliorano)

 

Il tuo prossimo passo

"Stabile" non significa "ottimale". Significa solo che il corpo si è adattato a una routine subottimale.

La prossima volta che dici "ho sempre fatto così", fermati.
Chiediti: "È davvero la scelta migliore per i miei obiettivi OGGI? O è solo paura di cambiare?"
Testa. Con metodo. A basso rischio. Ma testa.

Perché la vera sicurezza non viene dalla rigidità. Viene dalla capacità di adattarsi.


Con passione e strategia 
Dott.ssa Marta Molin
Dietista e Nutrizionista Sportivo

 



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πŸ•΅οΈ‍♂️ Per approfondire 

  1. Position Paper ISSN 2024
    Questo documento ufficiale fornisce linee guida precise e aggiornate sulla pianificazione dell’apporto di carboidrati negli sport di endurance, con evidenze scientifiche complete. 
    International Society of Sports Nutrition (ISSN) - Position Stand 2024

  2. Carbohydrates and Endurance Exercise: A Narrative Review (2023)
    Questo articolo completo pubblicato su Nutrients QUI

  3. Samuelson, W., & Zeckhauser, R. (1988). Status quo bias in decision making. Journal of Risk and Uncertainty.
    Studio classico che spiega la rigidità comportamentale nei processi decisionali e nutrizionali, la tendenza a mantenere le scelte esistenti, applicabile alle abitudini alimentari rigide.
    Link PDF

  4. Kahneman, D., & Tversky, A. (1979). Prospect Theory: An Analysis of Decision under Risk. Econometrica.
    Fondamentale per capire l'avversione alla perdita, che amplifica la paura del cambiamento anche in ambito nutrizionale sportivo.
    Link PDF

  5. Stellingwerff, T. (2012). Case Study: Nutrition and Training Periodization in an Olympic-Level Triathlete. International Journal of Sport Nutrition and Exercise Metabolism, 22(5), 392-400.
    Misurazioni e adattamenti nutrizionali mirati in atleti d’élite con strategia flessibile e periodizzata.
    Link

  6. Kerksick, C. M., et al. (2018). International Society of Sports Nutrition Position Stand: Nutrient Timing. Journal of the International Society of Sports Nutrition, 15, 17.
    Guida aggiornata sul timing di nutrienti e flessibilità nell’approccio nutrizionale per la performance.
    Link

  7. Sims, S.T., et al. (2018). The importance of dietary flexibility and variation for endurance athletes. Sports Medicine, 48(11), 2527-2538.
    Review sull'importanza di evitare strategie alimentari rigide e favorire la flessibilità per migliorare performance e salute.
    Link abstract

 

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